È quello strano effetto che mi fa il mare. Che appena levo i piedi da terra mi sento più tranquillo. Il silenzio. Il canto lento e ritmato degli ormeggi che cigolano sotto la forza tranquilla della risacca. Il mare che gorgoglia e ridacchia per farti capire che lui è sempre lì. Che gira intorno e fa mille bolle che scoppiettano. Il rumore in lontananza degli schiamazzi di paese. Il desiderio di mettere la prua verso il largo e l’infinito. Verso quel mondo che non esiste tranne che nei miei sogni. Verso quel punto dove il blu del mare diventa tutt’uno con il blu del cielo, e ti resta nel cuore.
Meglio fare, e pentirsi, che non fare, e pentirsi.
Si, probabilmente sono autolesionista… o forse no? Mi tengo davanti agli occhi, come se già non le avessi in testa, le immagini delle barche che sogno, che desidero, che voglio… una forma di bramosia e pornografia nautica. Ma è autolesionismo, o la ricerca della soluzione di un conflitto interiore? Tante volte, in numerosi contesti, anche … More Meglio fare, e pentirsi, che non fare, e pentirsi.